Nel versante laziale del Parco Nazionale al confine sia con l’Abruzzo sia con il Molise – uno dei cinque comuni laziali a presentare questa caratteristica – dolcemente adagiato sul monte Meta sorge Picinisco, borgo di cui si hanno notizie dal 1017 ma probabilmente abitato già dai sanniti e poi conquistato dai romani, come testimoniano alcune iscrizioni e resti di mura poligonali.
Percorrendo i vicoli del centro storico, sviluppato all’interno della cinta muraria, si riconosce l’impianto medievale fortificato, con il Castello, l’edificio più imponente, a dominare la parte più alta. Costruito nel 1054 dai conti dei Marsi, passato successivamente ai conti d’Aquino, ai Cantelmo e infine ai Gallio, l’edificio a pianta rettangolare è circondato da un lato dalle case del borgo, con le stradine e piazze affacciate sulla vallata. Porta Rione è l’accesso principale e meglio conservato del Castello, con torri e una parte del cammino di ronda quasi intatta.
Restaurato nel XIII dai Conti di Cantelmo, è un vero fortilizio, con un grande torrione e delle torri poste agli angoli, ancora oggi visibili nella loro costruzione originaria.
Varcata Porta Rione entriamo nell’omonima piazza e la attraversiamo per raggiungere la via intitolata ad un figlio illustre di Picinisco, lo scrittore Giustino Ferri; procedendo su questa via che attraversa tutto il borgo ci dirigiamo verso Piazza Fucina, passando davanti alla casa natale dello scrittore e sostando nell’incantevole piazzetta che ospita la Chiesa di San Lorenzo Levita e Martire, del 1305 ma con campanile dell’XI secolo – probabilmente una vecchia torre di avvistamento militare –, che custodisce al suo interno un organo a canne costruito da Cesare Catarinozzi nel 1739.
Nel versante laziale del Parco Nazionale al confine sia con l’Abruzzo sia con il Molise – uno dei cinque comuni laziali a presentare questa caratteristica – dolcemente adagiato sul monte Meta sorge Picinisco, borgo di cui si hanno notizie dal 1017 ma probabilmente abitato già dai sanniti e poi conquistato dai romani, come testimoniano alcune iscrizioni e resti di mura poligonali.
Percorrendo i vicoli del centro storico, sviluppato all’interno della cinta muraria, si riconosce l’impianto medievale fortificato, con il Castello, l’edificio più imponente, a dominare la parte più alta. Costruito nel 1054 dai conti dei Marsi, passato successivamente ai conti d’Aquino, ai Cantelmo e infine ai Gallio, l’edificio a pianta rettangolare è circondato da un lato dalle case del borgo, con le stradine e piazze affacciate sulla vallata. Porta Rione è l’accesso principale e meglio conservato del Castello, con torri e una parte del cammino di ronda quasi intatta.
Restaurato nel XIII dai Conti di Cantelmo, è un vero fortilizio, con un grande torrione e delle torri poste agli angoli, ancora oggi visibili nella loro costruzione originaria.
Varcata Porta Rione entriamo nell’omonima piazza e la attraversiamo per raggiungere la via intitolata ad un figlio illustre di Picinisco, lo scrittore Giustino Ferri; procedendo su questa via che attraversa tutto il borgo ci dirigiamo verso Piazza Fucina, passando davanti alla casa natale dello scrittore e sostando nell’incantevole piazzetta che ospita la Chiesa di San Lorenzo Levita e Martire, del 1305 ma con campanile dell’XI secolo – probabilmente una vecchia torre di avvistamento militare –, che custodisce al suo interno un organo a canne costruito da Cesare Catarinozzi nel 1739.
Proseguendo tra palazzi signorili con incantevoli facciate e grandi portali in pietra lavorata arriviamo in piazza Fucina, con la sua splendida meridiana e la vista sulla valle; tornando su via Giustino Ferri ci dirigiamo verso il cuore del paese varcando quello che oggi è l’ingresso principale del paese, la Porta degli Orologi. Siamo in piazza Ernesto Capocci, che si presenta come un ampio terrazzo affacciato sul suggestivo panorama della Valle di Comino; qui troviamo il Palazzo degli Orologi e la chiesa di San Rocco, edificata nel 1500 e intitolata prima a San Carlo Borromeo e successivamente alla Madonna delle Grazie, e solo dal 1800 dedicata a San Rocco.
Per ammirare l’edificio religioso più antico, invece, dobbiamo uscire dal centro e dirigerci verso il cimitero: qui troviamo la Chiesa di Santa Maria, di cui si hanno notizie già dal 1110; in stile romanico, molto elegante, la chiesa è stata plausibilmente fondata sui resti di un’antica necropoli e conserva al suo interno un interessante affresco del XIV secolo.
Dal cuore antico del borgo si può partire per esplorare il circondario e le piccole, deliziose frazioni che lo compongono fino ad arrivare alla graziosa villa vittoriana, uno stile anglosassone inusuale per il luogo, risalente agli inizi del ‘900 e conosciuta ancora oggi come Casa Lawrence, dal nome dell’autore inglese D. H. Lawrence che qui si soggiornò nel 1919. Si narra che, ispirato dal paese con i suoi scenari incantevoli, lo scrittore abbia qui concepito e scritto il suo romanzo intitolato The Lost Girl, La ragazza perduta, pubblicato nel 1921, in cui è possibile rivedere tra le pagine il paesaggio di Picinisco.
Casa Lawrence appare oggi nel suo stile originario dopo i lavori di restauro finanziati dalla famiglia Pacitti, che ne è proprietaria; la villa si sviluppa su due piani, con il piano terra adibito ad agriturismo, mentre il piano superiore ospita due camere da letto, una sala e una zona museale. All’interno delle sale da pranzo è presente una piccola biblioteca che conserva opere di Lawrence sia in italiano che in inglese.
Picinisco non è solo un’ottima meta per rivivere eventi storici tra le antiche testimonianze nel borgo e sull’altura che ospita il castello, ma offre in ogni stagione tantissime occasioni di attività all’aria aperta, come il trekking sui sentieri che si snodano nel Parco Nazionale tra boschi e ruscelli collocati nelle vicinanze del paese, le arrampicate sulle Morge del Corvo, splendida falesia immersa nel bosco, e lo sci invernale sugli impianti di Prati di Mezzo.
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